Consulenza, Bilancio e Lavoro

Cessione di beni e prestazione di servizi. Qual è la differenza?

Lavoro

I termini di fatturazione, rilevazione dei ricavi a bilancio e ai fini fiscali possono apparire una jungla impenetrabile, anche agli addetti ai lavori. A fronte di un’operazione, la prima domanda da porsi è, appunto, se siamo di fronte a una cessione di beni o a una prestazione di servizi. La diversa qualificazione dell’operazione può spostare di mesi o anni i termini di pagamento dell’IVA o delle imposte e avere un impatto determinante sui numeri di bilancio.

Qual è la differenza tra cessione di beni e prestazione di servizi? La domanda è fondamentale per l’applicazione delle regole fiscali, IVA o di bilancio

La cessione di beni

La cessione di beni è la vendita di un bene, che può subire operazioni minime prima di essere trasferito. Tipiche cessioni di beni sono quelle effettuate nei negozi (commercio al minuto) o dai commercianti all’ingrosso. In questo caso i beni possono subire lavorazioni come il confezionamento, l’imballaggio o la posa in opera accessoria.

Anche la fabbrica che produce in serie vende dei beni e rientra nella medesima casistica. Pensiamo a tutti i beni di consumo o ai prodotti industriali, dai telefoni cellulari, alle auto, alla componentistica elettronica, ai cosmetici e prodotti alimentari pronti.

La prestazione di servizi

La tipica prestazione di servizi è quella intellettuale, svolta da consulenti e professionisti, ma può essere anche quella svolta in ambito artigianale o industriale.

Generalmente la prestazione di servizi comprende l’utilizzo di prodotti e materiali di valore modesto rispetto al totale dell’operazione oppure, come nel caso delle consulenze, è completamente immateriale. 

Parliamo ad esempio i servizi alle persone (acconciatori ed estetisti), le manutenzioni di impianti, il trasporto di merci o persone, le lavorazioni conto terzi, i ristoranti.

Anche la locazione di beni mobili e immobili rientra tra le prestazioni di servizi, così come il leasing finanziario.

I casi limite: bene o servizio?

Il caso dei beni che per essere utilizzati richiedono una posa in opera o un’installazione può dar luogo a dubbi, non sempre di facile risoluzione.

I criteri con i quali stabilire la natura dell’operazione sono molteplici, e sono stati individuati a più riprese dalla prassi ufficiale. Ogni caso concreto è particolare e a volte è difficile operare con la certezza assoluta.

Elencheremo qui, a titolo puramente orientativo, i criteri principali, precisando che la decisione deve essere adottata con riguardo al caso concreto e alla complessità dell’operazione.

Il valore dei beni e della manodopera. Quando il valore dell’installazione/posa in opera supera quello del bene generalmente -ma non sempre- ci troviamo di fronte a una prestazione di servizi. 

Il fatto che il bene sia prodotto in serie. L’installazione o posa di un bene prodotto in serie e standardizzato è generalmente accessoria alla cessione, in quanto il bene non richiede adattamenti particolari (o richiede adattamenti minimi) per essere messo in opera. 

Che cosa c’è scritto sul contratto/ordine. Ciò che c’è scritto sulla documentazione rappresenta la volontà delle parti e ha un suo peso nella determinazione della natura dell’operazione.

Disclaimer: Gli aggiornamenti pubblicati su www.annacortesi.it non hanno contenuto tecnico, ma hanno finalità divulgativa e orientativa. Il nostro obiettivo è quello di rendere comprensibili anche ai non addetti ai lavori gli aspetti sostanziali delle norme che interessano la gestione aziendale. Non sono strumenti da consultare al fine di porre in essere pratiche, redigere contratti, compilare documenti, ecc.;  non rappresentano un parere legale né intendono in alcun modo suggerire soluzioni o fornire indicazioni tecniche. Non possono essere in alcun modo considerati opere di prestazione professionale.